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Lo Zen è una scuola e una pratica che si basa sulla meditazione e sulla esperienza diretta, andando oltre la logica e i concetti razionali.

La mente viene prima della tecnica? | Il pescatore e il turista | Il problema | La partita a scacchi | La pratica dello Zazen | La tazza di cristallo | Il rumore dei passi del Tempo | Proverbio Zen | Nessun merito

La mente viene prima della tecnica?


Percorso tematico di appartenenza: Zen



Tra gli allievi di Bokuden ce n’era uno dotato di straordinaria abilità tecnica. Una volta, mentre camminava per strada, l'allievo passò vicino ad un cavallo ombroso che improvvisamente gli sferrò un calcio, ma lui fece un'abile schivata per evitarlo e sfuggì all’incidente.
I testimoni presenti dissero "La sua fama di essere uno dei migliori allievi di Bokuden è pienamente meritata. Bokuden non tramanderà sicuramente a nessun altro i suoi segreti".
Ma quando Bokuden seppe di questo incidente si inquietò molto e disse "Mi sono sbagliato sul suo conto", poi lo espulse dalla sua scuola.
Nessuno degli altri allievi comprese il pensiero di Bokuden, e decisero che non si poteva far altro che imitare il modo in cui il Maestro stesso si sarebbe comportato in simili circostanze.
Per fare ciò, attaccarono un cavallo particolarmente bizzoso ad un carro sulla strada lungo la quale sapevano che Bokuden sarebbe passato. Spiarono di nascosto la scena da una certa distanza e con grande sorpresa videro Bokuden attraversare la strada per andare dalla parte opposta standosene bene alla larga dal cavallo.
Questo finale colse tutti alla sprovvista e in seguito, dopo aver confessato a Bokuden il loro esperimento, gli chiesero per quale motivo avesse cacciato così all’improvviso il suo discepolo.
Bokuden rispose: "Se una persona ha un’attitudine mentale che gli consente di camminare distratta vicino a un cavallo senza considerare le sue possibili reazioni, essa è una causa persa per un’insegnante, non importa quanto si applichi allo studio delle tecniche. Credevo che lui fosse una persona dotata di maggior buon senso ma mi sbagliavo".

Il pescatore e il turista


Percorso tematico di appartenenza: Zen



Sul molo di un piccolo villaggio messicano, un turista americano si ferma e si avvicina ad una piccola imbarcazione di un pescatore del posto.
Si complimenta con il pescatore per la qualità del pesce e gli chiede quanto tempo avesse impiegato per pescarlo.
... Il pescatore risponde: ‘Non ho impiegato molto tempo’ e il turista: ‘Ma allora, perché non è stato di più, per pescarne di più?’ Il messicano gli spiega che quella esigua quantità era esattamente ciò di cui aveva bisogno per soddisfare le esigenze della sua famiglia.
Il turista chiese: ‘Ma come impiega il resto del suo tempo?’
E il pescatore: ‘Dormo fino a tardi, pesco un po’, gioco con i miei bimbi e faccio la siesta con mia moglie. La sera vado al villaggio, ritrovo gli amici, beviamo insieme qualcosa, suono la chitarra, canto qualche canzone, e via così, trascorro appieno la vita.’
Allorché il turista fece: ‘La interrompo subito, sa' sono laureato ad Harvard, e posso darle utili suggerimenti su come migliorare. Prima di tutto dovrebbe pescare più a lungo, ogni giorno di più. Così logicamente pescherebbe di più. Il pesce in più lo potrebbe vendere e comprarsi una barca più grossa. Barca più grossa significa più pesce, più pesce significa più soldi, più soldi più barche… Potrà permettersi un’intera flotta! Quindi invece di vendere il pesce all’uomo medio, potrà negoziare direttamente con le industrie della lavorazione del pesce, potrà a suo tempo aprirsene una sua. In seguito potrà lasciare il villaggio e trasferirsi a Mexico City o a Los Angeles o magari addirittura a New York! Da lì potrà dirigere un’enorme impresa!’
Il pescatore lo interruppe: ‘Ma per raggiungere questi obiettivi quanto tempo mi ci vorrebbe?’
E il turista: ‘20, 25 anni forse’ quindi il pescatore chiese: ‘….e dopo?’
Turista: ‘ Ah dopo, e qui viene il bello, quando il suoi affari avranno raggiunto volumi grandiosi, potrà vendere le azioni e guadagnare miliardi!’
E il pescatore:’miliardi? e poi?’
Turista: ‘Poi finalmente potrà ritirarsi dagli affari e andare in un piccolo villaggio vicino alla costa, dormire fino a tardi, giocare con i suoi nipoti, pescare un po’ di pesce, fare la siesta, passare le serate con gli amici bevendo qualcosa, suonando la chitarra e trascorrere appieno la vita’

Il Problema


Percorso tematico di appartenenza: Zen



Un giorno, il Gran Maestro radunò tutti gli allievi per eleggere il suo assistente.
"Vi sottopongo un problema" disse il Maestro.
"Chi lo risolverà sarà il mio braccio destro".
Detto questo, sistemò un tavolino al centro della sala e sul tavolino pose un preziosissimo vaso di porcellana decorata da finissime rose d'oro.
"Questo è il problema. Risolvetelo".
I discepoli contemplarono perplessi il "problema".
Era un vaso di porcellana inimitabile: ne ammiravano i disegni rari, la freschezza e l'eleganza delle rose.
"Cosa rappresentava? Qual'era l'enigma? Che cosa si doveva fare?" si chiedevano.
Il tempo passava e nessuno osava fare nulla, salvo contemplare il "problema".
Ad un certo punto, uno dei discepoli si alzò, guardò il Maestro e i compagni, poi si incamminò risolutamente verso il vaso e lo scaraventò a terra, mandandolo in frantumi.
"Finalmente qualcuno lo ha fatto!" esclamò il Gran Maestro. "Cominciavo a dubitare della formazione che vi avevo dato in tutti questi anni!".
Poi si rivolse al giovane: "Sarai tu il mio assistente".
Mentre il giovane tornava al suo posto, il Maestro spiegò: "Io sono stato chiaro.
Vi ho detto che questo era un problema. Non importa quanto possa essere bello e affascinante, un problema deve essere eliminato".

C'è un modo solo per risolvere un problema: affrontarlo.

La partita a scacchi


Percorso tematico di appartenenza: Zen



Un giovane si presentò ad un maestro zen e disse:
«Vorrei raggiungere la liberazione dalla sofferenza promessa dal Buddha. Ma non sono capace di lunghi sforzi e non sono in grado di meditare. Esiste una via che posso seguire?»
«Che cosa sai fare?» gli domandò il maestro
«Niente.» rispose il giovane
«Ma c'è qualcosa che ti piace fare?» gli chiese ancora il maestro
«Giocare a scacchi.» rispose il giovane. Il maestro fece portare una scacchiera e una spada.
Poi chiamò un giovane monaco e disse ai due:
«Chi di voi vincerà questa partita a scacchi raggiungerà la liberazione. Chi perderà sarà ucciso con questa spada. Accettate?»
I due giovani acconsentirono e incominciarono a giocare.
Sapendo che era una questione di vita o di morte, si concentrarono come non avevano mai fatto.
A un certo punto il primo giovane si trovò in vantaggio e pensò che la vittoria era sicura.
Guardò il suo avversario e si accorse che il maestro aveva sollevato la spada sulla sua testa.
Allora ne ebbe compassione e compì un errore deliberato.
Ora era lui che stava per perdere.
Vide che il maestro aveva spostato la spada sulla sua testa... e chiuse gli occhi.
La spada si abbatté sulla scacchiera.
«Non c'è né vincitore nè vinto» proclamò il maestro
«e quindi non taglierò la testa a nessuno».
Poi aggiunse rivolto al primo giovane:
«Due sole cose sono necessarie: la concentrazione e la compassione.
E tu le hai sperimentate entrambe. Questa è la via che cerchi».

La pratica dello Zazen


Percorso tematico di appartenenza: Zen



Qualche secolo fa in Cina, durante il periodo Tang, viveva un monaco di nome Mazu Daoyi che si esercitava nella pratica dello zen. Un giorno, durante una seduta di Zazen, arrivò il suo maestro, Nanyue Huairang. Il maestro gli chiese: “Fratello, la tua pratica è davvero ammirabile, ma cosa cerchi di ottenere?”.
“Sto cercando di ottenere la realizzazione” rispose Mazu. Appena terminata la risposta il maestro Nanyue andò a prendere una pietra e cominciò a sfregarla contro una roccia.
Mazu, vedendo quello che stava facendo il suo maestro e trovandolo particolarmente strano, gli chiese: "Maestro, cosa stai facendo?"
"Luciderò questa pietra e ne farò uno specchio", rispose Nanyue.
Mazu allibito replicò: "Maestro, anche se la lucidi, non puoi fare uno specchio di una pietra!"
"E tu invece pensi di poter risvegliare la realizzazione praticando lo Zazen?"

Lo Zen insegna che la pratica non deve essere usata come mezzo per raggiungere la realizzazione, e che la vera realizzazione è pura e non cerca ricompense o compensi.

La tazza di cristallo


Percorso tematico di appartenenza: Zen



A un maestro Zen fu donata una tazza di cristallo splendidamente realizzata. Era un regalo di un ex studente.
Il maestro era molto grato del regalo ed ogni giorno beveva felice da questo bellissimo bicchiere. Quando capitava mostrava la tazza ai visitatori e raccontava loro come era stato gentile il suo studente.
Un giorno un visitatore goffo urtò la dispensa, e la coppa di cristallo cadendo sul pavimento si frantumò in migliaia di piccoli pezzi.
Tutti i visitatori si spaventarono temendo l'ira del maestro.
Il maestro Zen guardando il disordine davanti ai suoi piedi, disse: “Ah. - Si', si'. Ci penso io”.
Prese una scopa e con tranquillità cominciò a ripulire il pavimento.

Il rumore dei passi del Tempo


Percorso tematico di appartenenza: Zen



Silenzio! Fermatevi, smettete di parlare, trattenete il respiro... dobbiamo solo ascoltare...
Si sente solo il rumore dei passi del Tempo!
Come un fiore, dopo essere fiorito in attesa del tuo arrivo... e dopo essere sfiorito senza aspettare che tu ritorni, il Tempo se ne va...
Devi solo ascoltare il rumore dei tuoi passi...
Ed anche questo rumore, il rumore dei tuoi passi, anche questo non tornerà più.
La tua vita, la mia vita, sono immerse in questo Tempo.
Non sappiamo quando avrà termine questo cammino...
Potrebbe essere domani...
Oppure oggi stesso...
Tra un solo piccolo attimo...
Conserviamo con cura la gioia dell'incontro di due vite che è potuto avvenire in questo modo... ora.
Curiamo con delicatezza le ferite che abbiamo.
E proprio perché ci sono le ferite che un mondo con più affetto e cura potrà dispiegarsi.

Proverbio Zen


Percorso tematico di appartenenza: Zen



Vivi con la pace nell’anima.
Arriverà il momento, e i fiori fioriranno da soli.

Nessun merito


Percorso tematico di appartenenza: Zen



Secondo la tradizione, è stato il monaco indiano Bodhidharma a portare nel V secolo il Buddhismo in Cina, dove, fondendosi con il Taoismo e con altre tradizioni, ha dato origine allo Zen. La fama di Bodhidharma si diffuse in Cina tanto che l'imperatore Wu, incuriosito dal Buddhismo, lo mandò a chiamare e gli domandò:
"Io ho fatto costruire templi, ho fatto tradurre le sacre scritture, ho sovvenzionato i monaci: quali meriti ho ottenuto?".
"Nessun merito" rispose Bodhidharma.
"E perché mai?" replicò contrariato l'imperatore che riteneva di aver ormai acquisito un posto in cielo o una favorevole rinascita.
"Perché in tutte queste opere non c'è nessun merito religioso".
"Ma allora cosa consiste il merito religioso?"
"Nella comprensione della vera natura delle cose".
L'imperatore non riusciva a capire e domandò: "Qual è il principio di questa sacra dottrina?"
"Che non c'è nessun sacro principio".
Sempre più perplesso Wu chiese: "Ma chi è che mi parla così?"
"Come posso dirlo, maestà?" rispose Bodhidharma.

Pagina modificata domenica 26 ottobre 2025


La migliore introduzione che potete trovare
al modo di percepire le dimensioni

Isaac Asimov




Con la Fisica si sta cercando di capire razionalmente come,
con lo Zen si sta cercando di capire,
e con la Musica... capiamo.