Richard Feynman non è solo uno dei padri dell’elettrodinamica quantistica. È il ragazzo del Queens che smonta radio “per sentire come pensano”, il professore che riempie le lavagne di scarabocchi misteriosi, il Nobel che suona i bonghi fino a tarda notte. Un essere umano che ha preso sul serio una cosa sola: il piacere di capire.
Feynman riassume tutto in una sola frase: "La realtà è più grande di come la vediamo".
Richard Feynman guarda il mondo come un bambino ostinato: fa domande, rompe gli oggetti, sfida le spiegazioni “perché è così”. Per lui la fisica non è un tempio per iniziati, ma un gioco serissimo aperto a chiunque sia disposto a pensare con le proprie forze.
Nelle sue lezioni – quelle che diventeranno "The Feynman Lectures on Physics" – non sta “semplificando” la fisica: sta mostrando che dietro ogni formula c’è un gesto mentale che chiunque può imparare. È l’idea che la meraviglia non vada protetta dalla complessità, ma va "illuminata" e per questo continua a ripetere: “Non devi fidarti dell’autorità, devi vedere se le cose tornano”, ed è un invito diretto: non adorare le equazioni, usale!
Nell'elettrodinamica quantistica, che descrive come la luce e la materia danzano insieme con una precisione assurda, districarsi nella sua matematica complessa era come vagare bendati in un labirinto, e così Feynman inventa allora un linguaggio grafico: linee, vertici, frecce. I
diagrammi di Feynman, che non sono fumetti dell’Universo: sono mappe.
Ogni segmento è una particella, ogni linea ondulata una forza, ogni incrocio una possibilità. Il tempo scorre in una direzione scelta, lo spazio nell’altra. In un rettangolo di carta, Feynman appiattisce un fenomeno quantistico a molte dimensioni e lo rende così facilmente calcolabile.
Richard Feynman fa questo: prende una realtà inaccessibile e la proietta in un mondo più semplice, ma senza tradirla.
Feynman non separa mai la scienza dalla vita. Suona, disegna, scherza, smonta casseforti a Los Alamos, studia il comportamento dei ponti che oscillano, delle persone e di quello che le persone "credono", analizza il disastro dello Shuttle Challenger davanti alle telecamere e dimostra con un bicchiere di acqua ghiacciata che la colpa è stata di un pezzo di O-ring. Il suo non è folklore: è coerenza. Se l’Universo è vibrazione, allora anche un tamburo, un bicchiere di vino o una strada polverosa del Brasile sono parte dello stesso esperimento.
La curiosità è l’unica disciplina, e pensando a Flatlandia... una Terra a due dimensioni... dove vediamo solo una sezione della realtà, Feynman ci ricorda che ogni fenomeno ha più strati di quelli che i nostri sensi concedono. I suoi
diagrammi mostrano che si può parlare di cose difficili con strumenti semplici, ma solo se abbiamo il coraggio di cambiare il nostro punto di vista. Il suo modo di vivere dice che la conoscenza non è una "religione della serietà", ma un atto di gioco responsabile.
La frase non detta ma costante è questa: “Non limitarti alle ombre della tua dimensione ma vai a vedere cosa c’è dietro.”.