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Lo zazen è la pratica di meditazione seduta propria dello zen, nella quale il praticante assume una postura stabile e dignitosa, respira in modo naturale e lascia che pensieri, emozioni e sensazioni sorgano e svaniscano senza seguirli né respingerli. Non è una tecnica di rilassamento né un esercizio per ottenere stati speciali, ma l’esperienza diretta dello stare completamente presenti qui e ora. Sedendo con il corpo diritto e immobile, lo sguardo abbassato e il respiro che si armonizza nel tanden, la mente gradualmente si chiarifica. In questa semplicità si manifesta la non separazione tra sé e il mondo: non si cerca qualcosa da aggiungere, ma si riconosce ciò che è già presente. Zazen è “solo sedere” (shikantaza): pratica senza scopo che, proprio per questo, apre naturalmente alla responsabilità, alla compassione e a una vita più sobria, lucida e consapevole.

Praticare Zazen

Praticare Zazen


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Di seguito una guida chiara e completa per preparare luogo, corpo e mente alla pratica dello Zazen, così che il praticante possa sedere con stabilità, semplicità e spirito corretto.

Il luogo
Per praticare zazen è necessario un luogo tranquillo, dove ci si possa sedere senza essere disturbati.

  • La stanza non dovrebbe essere né troppo buia né troppo luminosa.
  • In inverno è preferibile che sia tiepida, in estate fresca.
  • Lo spazio destinato alla seduta deve essere pulito, ordinato, essenziale.
Se lo desidera, il praticante può predisporre un piccolo altare. Tradizionalmente viene posta una statua di Mañjushri Bodhisattva; in alternativa va bene qualsiasi statua o immagine del Buddha o di un Bodhisattva. È consuetudine offrire fiori e accendere un bastoncino d’incenso, come gesto di rispetto e raccoglimento.
Come prepararsi
È consigliabile evitare la seduta quando non si è dormito a sufficienza o quando si è particolarmente stanchi.

  • Prima della pratica è opportuno mangiare con moderazione, senza appesantirsi.
  • È bene evitare bevande alcoliche.
  • Lavare viso, mani e, se possibile, piedi aiuta a sentirsi freschi e desti.
Abbigliamento
L’abbigliamento dovrebbe sostenere la pratica, non distrarla.

  • Evitare vestiti sporchi, abiti eleganti o troppo costosi.
  • Evitare indumenti troppo pesanti o stretti.
  • Preferire capi semplici, morbidi, puliti e comodi.
Nei monasteri zen giapponesi non si indossano calze nello zendo: anche nella pratica quotidiana, quando possibile, si consiglia di praticare a piedi nudi o con calze sottili che non facciano scivolare.
Posizionare lo zafu


Zafu

  • Sistemare lo zabuton (cuscino largo) davanti a una parete.
  • Collocare sopra lo zabuton uno zafu, il cuscino rotondo per zazen.
  • Sedersi sullo zafu in modo che la base della colonna vertebrale sia al centro del cuscino, lasciando la parte posteriore leggermente libera.
  • Incrociare le gambe e fare aderire saldamente le ginocchia allo zabuton: insieme alla base della colonna vertebrale, queste formano una base stabile.
Incrociare le gambe

Loto completo (kekkafuza)
  • Portare il piede destro sulla coscia sinistra e il piede sinistro sulla coscia destra.
  • Le punte dei piedi e la parte esterna delle cosce dovrebbero formare una linea continua.
  • È possibile invertire l’incrocio delle gambe periodicamente, per equilibrare il corpo.

Mezzo loto (hankafuza)
  • Portare un piede (solitamente il sinistro) sulla coscia opposta.
  • Le ginocchia e la base della colonna vertebrale dovrebbero formare un triangolo equilatero: questi tre punti sostengono il peso del corpo.
Il praticante sceglierà la posizione che può mantenere con stabilità e senza sforzo eccessivo.
La postura seduta

La postura corretta è il cuore dello zazen.

  • Premere saldamente le ginocchia sullo zabuton.
  • Raddrizzare la parte inferiore della schiena, spingere leggermente le natiche indietro e il bacino in avanti.
  • Allineare la colonna vertebrale dalla base fino al collo.
  • Portare il mento leggermente verso il petto e allungare il collo come se la sommità del capo volesse toccare il cielo.
  • Le orecchie sono in linea con le spalle, il naso in linea con l’ombelico.
  • Una volta trovata la posizione, rilassare spalle, schiena e addome, senza collassare.
Il corpo rimane eretto, senza inclinarsi a destra o sinistra, in avanti o indietro.
Mudra cosmico (Hokkaijōin)

  • Appoggiare la mano destra, con il palmo verso l’alto, sul piede o sulla coscia sinistra.
  • Deporre la mano sinistra, con il palmo verso l’alto, sulla mano destra.
  • Le punte dei pollici si sfiorano leggermente, formando una linea orizzontale morbida.
  • Le mani sono all’altezza dell’ombelico.
  • Le braccia sono leggermente staccate dal corpo, in modo naturale.
Questa posizione delle mani è chiamata hokkaijōin, il mudra cosmico.
Bocca e occhi

La bocca
  • Va tenuta chiusa, con la lingua appoggiata al palato, appena dietro i denti superiori.

Gli occhi
  • Rimangono leggermente aperti.
  • Lo sguardo cade naturalmente verso il basso con un’angolazione di circa 45 gradi.
  • Non si fissa un punto preciso: ogni cosa trova posto nella zona visiva senza essere afferrata.
Tenere gli occhi chiusi aumenta la possibilità di sonnolenza o di sogni a occhi aperti; zazen è presenza vigile.
Espirare completamente (kanki-issoku)

All’inizio della seduta:

  • Inspirare naturalmente.
  • Aprire leggermente la bocca ed espirare dolcemente, in modo lungo e completo, a partire dall’addome.
  • Dopo aver svuotato l’aria, chiudere la bocca e lasciare che la respirazione prosegua dal naso in modo naturale.
Questa armonizzazione iniziale del respiro viene chiamata **kanki-issoku**.
Oscillare il corpo

Prima di stabilizzare la postura:

  • Appoggiare le mani sulle ginocchia, palmi verso l’alto.
  • Oscillare lentamente il busto da sinistra a destra, senza muovere il bacino.
  • All’inizio il movimento può essere ampio, poi progressivamente più piccolo, finché il corpo si ferma spontaneamente al centro.
  • Si possono effettuare anche alcune leggere oscillazioni avanti e indietro.
Infine si ricompone il mudra cosmico e si rimane immobili in posizione eretta.
Respirazione addominale

Durante le sedute di zazen:

  • La respirazione è nasale e tranquilla.
  • Non si tenta di controllare il respiro con forza.
  • Si lascia che il ritmo diventi naturale, fino quasi a dimenticare di respirare.
  • I respiri lunghi restano lunghi, quelli brevi restano brevi.
  • Non si respira rumorosamente.
Con la pratica, il respiro tende a radicarsi nel **tanden** (la zona addominale), diventando più profondo e uniforme.
Consapevolezza (kakusoku)

Nello zazen non si tratta di inseguire i pensieri né di combatterli.

  • Non ci si concentra su un oggetto particolare.
  • Quando i pensieri sorgono, non li si segue e non li si respinge.
  • Li si lascia andare e venire liberamente, come nuvole nel cielo.
L’essenziale è il continuo **risveglio** (kakusoku) dalla distrazione e dal torpore, ritornando alla postura corretta e alla presenza, momento per momento.
Come alzarsi dopo la seduta

Al termine della pratica:

  • Eseguire un inchino in **gasshō** (palmi uniti davanti al petto).
  • Portare le mani sulle cosce, palmi verso l’alto.
  • Oscillare il corpo alcune volte, dapprima delicatamente, poi un po’ più ampiamente.
  • Fare un respiro profondo.
  • Disincrociare lentamente le gambe.
Se le gambe sono intorpidite, è importante muoversi con calma e non alzarsi in piedi bruscamente.
Kinhin – la meditazione camminata

Durante il **kinhin** la pratica prosegue nel camminare.

  • Si cammina in senso orario lungo la stanza, tenendo le mani in posizione **shashu** (una mano chiusa davanti al ventre, l’altra che la avvolge).
  • Dal bacino in su, il corpo mantiene l’allineamento e la dignità dello zazen.
  • Il primo passo è con il piede destro.
  • Ad ogni ciclo di respiro (un’espirazione e un’inspirazione) si avanza di mezzo passo.
Il passo è lento e silenzioso, come se si fosse quasi immobili. Non si trascinano i piedi, non si fa rumore. Le svolte avvengono sempre verso destra. Alla fine del kinhin ci si ferma, si esegue un inchino e si ritorna al proprio posto a passo normale.
Seduta su una sedia

Quando non è possibile sedere a terra, zazen può essere praticato su una sedia.

  • Ci si siede sul bordo, senza appoggiarsi allo schienale.
  • Se necessario, si può usare un cuscino sotto i glutei o sotto i piedi per trovare stabilità.
  • La schiena rimane eretta, come nella seduta sullo zafu.
  • Le mani si tengono in grembo nel mudra cosmico.
Altre posizioni

Seiza
  • Il praticante s’inginocchia con le gambe ripiegate sotto di sé.
  • Può utilizzare un panchetto per seiza o uno zafu verticale per scaricare il peso.
  • Le ginocchia e la base della colonna vertebrale formano una base stabile, con il baricentro leggermente più alto rispetto alle posizioni a gambe incrociate.

Seduta birmana
  • Indicata per chi non può entrare nel loto o nel mezzo loto.
  • Le gambe sono incrociate dolcemente davanti al corpo, entrambe appoggiate al suolo; i piedi non vengono posti sulle cosce.
  • Ci si siede sullo zafu come di consueto, con il bacino leggermente elevato.
In ogni variante di postura valgono gli stessi criteri: stabilità, verticalità, rilassamento senza collasso.
Nota sulla respirazione nella tradizione

Nella trasmissione dei maestri zen, come Dōgen Zenji, viene sottolineato che:

  • È fondamentale sedere con postura corretta.
  • Da qui si armonizza la respirazione.
  • Su queste basi nasce naturalmente la quiete della mente.
Alcune tradizioni propongono il conteggio dei respiri o particolari contemplazioni; la pratica trasmessa nello zen sōtō insiste invece su un respiro naturale, che nasce dal tanden e non è definito come lungo o corto, controllato o artificiale. Inspirazione ed espirazione vengono lasciate essere semplicemente ciò che sono: espressione del sedere pienamente nella realtà di questo momento.

Pagina modificata mercoledì 3 dicembre 2025


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al modo di percepire le dimensioni

Isaac Asimov




Con la Fisica si sta cercando di capire razionalmente come,
con lo Zen si sta cercando di capire,
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